Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

La medicina dello stile Lo scrittore naturalista, scrive Mandel'stam nel suo articolo Intorno ai naturalisti del 1932, non sceglie il proprio stile, né lo trova già pronto. È questa duplice negazione che mette sul filo di un'impossibilità che è insieme logica e pratica e riguarda lo strutturarsi del pensiero in una situazione che appare senza via d'uscita, e per Mandel'stam sull'orlo della scomparsa, a rendere «particolarmente evidenti nelle scienze naturali» non solo però «i problemi della forma scientifico-letteraria», ma ciò che awiene del soggetto nel momento del suo insediamento. Come Buffon nel discorso del suo «insediamento» come accademico, anche qui in prossimità di una rivoluzione, sceglie di parlare dello stile, così difronte ali'imminenza della catastrofe annunciata dall'angoscia, nell'impossibilità delineata dall'inibizione, ancora una volta lo sfondo darwiniano colloca l'opera di Freud, la sedia che il soggetto sceglie al pari di Van Gogh che l'ha messa all'inizio, prima, di una sua attività pittorica (vieni, dice al fratello Theo, ti farò vedere il mio studio e la sedia che vi ho messo e capirai come non si può fare altro che il pittore); o di Vietar Hugo che vi intaglia nello schienale le proprie iniziali, è esempio dell'inanimato con il qual.e confrontarsi: un inanimato che resta fermo al suo posto, che non avanza minaccioso come i cespugli della foresta di Sherwood, che toglie il potere pertur5

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