Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

«sottomissione di Sade alla Legge» (Virginia Pinzi Ghisi parla di «irrisione contro la possibile sublimità della morte»).. Per mio conto vi percepisco un segnale ulteriore, vale a dire una sorta di orrore di fronte ai fori naturali del corpo umano, in quanto figurazioni sensibili dell'oggetto a, luoghi, peraltro ingannevoli, del desiderio e del godimento - un horror vacui trasferito nel campo libidico. Si tratta di sigillare e interdire ciò che non può essere a nessun titolo riempito e goduto. La perversione, a sua volta, si negativizza, ossia scambia i suoi bianchi e i suoi neri. Lo sfondamento frenetico- così si potrebbe anche definire la grande meccanica che agita l'intera opera di Sade - cerca il suo punto d'arresto, di rovesciamento nel gesto doppiamente simbolico della cucitura - ho usato l'avverbio «doppiamente», perché il simbolo è tale non soltanto sul piano dei rapporti fra libertini e vittima: punizione, oltraggio, ma su quello dei poteri espressivi, derivanti dallo scarto o dalla convergenza dei discorsi di Eros e Thanatos. Non prova nulla in contrario che una scena analoga ricorra verso la fine dei Malheurs de la vertu, allo scopo conclamato di raddoppiare il piacere di Saint-Florent, permettendogli di sfondare, con un dippiù di sofferenza per la vittima, la vagina e l'ano di Justine, previamente cuciti con «filo cerato». Sottolineerò appena un punto linguistico, testimone della fase incompleta di sviluppo toccato dal racco°ito sadiano, ancora impigliato in stilemi e attenuazioni da romanzo settecentesco: vagina e ano vi sono rispettivamente designati come «temple de l'Amour» e «autel indécente de Sodome»! Il fuori e il dentro: la cella e il viaggio Si dà un effetto di sutura nel testo sadiano. La doman172

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