che differenti domini del reale essi sembrano piuttosto rappresentare per Bateson diverse «regioni» dell'immaginario: ma è solo mantenendo l'oscillazione fra queste due polarità che diviene possibile superare la metafisica sostanzialista. La riflessione di Bateson prende avvio da un lato dell'oscillazione: parte dalla «creatura», dal mondo in cui il «nulla» è una causa. Per spiegare che «cosa» produce effetti nel mondo mentale, Bateson ricorre alla metafora della mappa e del territorio: una mappa non riproduce «cose» (montagne, pianure, e altri «oggetti» geografici) ma differenze (di quota, di popolazione, di profondità, di vegetazione, ecc.), entità astratte, pure relazioni. Il nulla, ciò che non esiste, può dunque essere una causa nel mondo mentale: «Nelle scienze fisiche noi ricerchiamo le cause, e ci aspettiamo che queste esistano e siano 'reali'. Ma si rammenti che zero è diverso da uno, zero può essere una causa nel mondo della psicologia, nel mondo della comunicazione»5 • Qui il territorio non entra mai in scena, viene sempre eliminato dal processo di rappresentazione. Dietro ogni differenza troviamo solo un'altra differenza, in una regressione infinita: «Il mondo mentale è costituito solo da mappe di mappe..., Tutti i 'fenomeni' sono letteralmente 'apparenze'»6 • Fra noi e i referenti del nostro linguaggio esiste una barriera: la cosa-in-sé resta inaccessibile all'indagine diretta. Esistono tuttavia delle oscillazioni, di qua e di là della barriera, che possono entrare in risonanza, permettendo di stabilire rapporti di omologia: esistono differenze che entrano in determinate relazioni formali, esistono processi che modificano le relazioni formali, esiste l'oscillazione fra forma e processo. Le trasformate delle differenze («idee») viaggiano attraverso i canali sensoriali e ci consentono di cogliere le 'regolarità' («leggi») che legano assieme le differenze. Non c'è una materia e non c'è uno spirito che la comprende, c'è l'oscillazione fra forma e 172
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