Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

strumento di controllo come il linguaggio, con l'onnipotenza dei pensieri, la sovraccentuazione dei pensieri, determina una regressione ancora maggiore. Le nevrosi narcisistiche corrispondono ad una fase più avanzata, postglaciale, in cui l'organizzazione sociale si struttura. La comparsa del padre castrante determina la più profonda regressione all'autoerotismo, propria della dementia praecox, mentre la regressione alle fasi antiche di solidarietà omosessuale del gruppo corrisponde alla paranoia come difesa dall'omosessualità; nell'epoca più matura dell'evoluzione e più regressiva della libido, col lutto per la morte del dio-genitore, con l'identificazione con lui, ed il trionfo per la sua morte-risurrezione, si situa la melancolia. Ecco dunque la nostra nuova tavola di Mendelejeff: [vedi pagina seguente]. A prima vista sembra di essere di fronte ad un fantasioso mito cosmico-antropologico, che spiega forse perché questo rimase un frammento perduto, e perché la grande opera metapsicologica si fermò al quinto capitolo. In questo senso, dal punto di vista di Freud, può non essere stato un bel gesto pubblicare queste bozze. D'altra parte, metapsicologia è di per sé uno strano termine, nel suo parallelismo a metafisica. Da tempo serviva, nel pensiero di Freud, a dare un senso globale, coordinante, alle realtà psichiche, e già nel '98 compare il termine: «Mi sembra che la teoria dell'appagamento di desiderio fornisse solamente la soluzione psicologica, e non quella biologica, o meglio metapsicologica. (Peraltro ti chiederò seriamente se posso usare il termine 'metapsicologia' per la mia psicologia che conduce dietro la coscienza)». L'idea di Freud, in definitiva, che abbiamo visto nella metafora della ricerca di una tavola di Mendelejeff che leghi assieme cose disparate rendendo i fenomeni sistematizzabili e prevedibili, si concretizza in una visione delle nevrosi che dapprima, senza rinunciare a concetti 165

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