Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

A me pare che il racconto tocchi l'essenziale. Nel distinguere e coordinare i particolari in una compiuta linea dinamica, lo scrivente dice come si sia ritrovato in ogni punto di quel fatto, che è importante, perché c'era dentro solo la sua vita con suo fratello, e accadeva, per così dire, lontano da quelle cose enormi- la guerra, il campo di concentramento- a cui è aggrappato e in cui si perde, non contando niente la sua pelle e quella di tutti gli altri. L'elenco, il resoconto particolareggiato possono dire il momento e là cosa in cui queste vite si ritrovano, e raccontare come si ritrovano e punto per punto come resistono. Giuriati spiega come divideva una pagnotta: ... una pagnocca in 12, io avevo un coltello rubato nel treno di croce rossa e allora ero capo dei 12: dividevo il pane e lo pesavo con bilancia di legno fatta da me, e per merito del mio lavoro mi restava le briciole. Nel racconto prevale la forma della enumerazioneuna pagnotta in dodici, il coltello rubato, le briciole che gli restavano, e quel «pesavo con bilancia di legno fatta da me», dove è saltato l'articolo, proprio come nelle liste che s'allungano-; e in questa forma Giuriati, padrone di sé e capo di dodici uomini, è soggetto di tutti i particolari della lettera; Nessuna vittoria Qualcuno scrive di sperare nella vittoria; la signora veneta dell'Italiano in guerra nel suo giornale scrive, alla data 28 ottobre 1918, «Austria caput!», e alla data 30 ottobre mette contenta un «Evviva!». Ma nessuno di questi uomini al fronte, nessuno dei prigionieri, nel dire le sue attese e i suoi sogni di pace, nomina la vittoria. 60

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