Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

Anche l'azione, l'emozione, il desiderio sono spesso assimilati alle cose: un verbo all'infinito senza valore nominale o un participio passato-arrivato, mandato, provato, saltato fuori, colpito testa- coordina quello che si fa o si prova a uomini e oggetti che, nello stesso momento, stanno davanti agli occhi e al pensiero- o stanno in un desiderio, in un sogno-; e c'è anche, nel verbo non coniugato, nel participio senza nesso e articolazione, lo scatto automatico del soggetto comandato, identificato con le stesse parole degli ordini, dellè istruzioni, dell'addestramento. pregare Gesù, Gesù mandare un angelo con i capelli biondi a riscaldare, raddolcire, far vibrare di voluttà, d'ebbrezza, d'amore, la mia esistenza. Mamma! io, io benedire la mia prigionia. «Aspetto solo per»: con questo segnò regolarmente articolato prende avvio la formulazione di un desiderio; ma il segno è esilissimo e le cose desiderate subito lo cancellano, trascinando il per in un effetto di simultaneità: per venire a casa, per Amoliarmi per venire a mangiare in casa tua, e suonare una porca per ballarlo io e la mia graziosina. Prepara tutto. L'asindeto- della notizia, della descrizione-può farsi serrato come una pura enumerazione di sostanze, e perdere, nella cadenza, con i determinativi anche la forma verbale: Il clima è mite, il cielo sereno... pane bianco... vino buono. Dalla lettera tipo dei prigionieri italiani composta da Spitzer41 sono escluse le espressioni della sensualità e della brutalità. L'omissione è plausibile, dovendo la composizione di «una specie di lettera modello» commisurarsi a 56

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