Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

La protesi va a(la guerra ,[l cielo era quasi sereno. Dei contadini lavoravano la terra. .«Ma voi, che cosa sapevate?» «Mah, vedevamo salire del fumo. » «E che cosa facevate?» «Mah, noi lavoravamo.» La guerra era passata, ma ancora restava la fantasia che catastrofe e salute potessero coincidere. «Qualunque sforzo di darci la salute è vano... Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa ordigni fuori del suo corpo, e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa... I suoi primi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto... Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute.» · La storia del soggetto si fa attraverso la «protesi», che non è un oggetto supplementare a una mancanza, ma l'impalcatura stessa cui si rifà l'apparato psichico. La protesi è necessaria per vivere, come la sedia dello studio di Van Gogh non era un oggetto per un quadro da dipingere, ma il mezzo per 5

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