volontà contrapposte - appare, secondo la costruzione clausewitziana, come la rappresentazione generale delle singole lotte individuali condotte tra gli uomini. La guerra astratta ha per scopo fondamentale di annientare l'avversario, fisicamente e moralmente, ridurlo all'impotenza, atterrarlo, l'atto di violenza è sempre accompagnato da un appiattimento spaziale, «l'uomo in collera vuole ridurre il suo nemico a un piano, a due dimensioni»2 • La guerra è dunque, per von Clausewitz, una vicenda tra uomini e come tale si presenta condizionata da profondi moventi affettivi poiché «essendo atto di violenza, ha necessaria attinenza col sentimento; se essa non ne trae origine ne farà capo più o meno, a seconda non del grado di civiltà, ma della grandezza e durata degli interessi in conflitto»3 • Poichè la guerra è concepita come prodotto specificamente umano, si presenta quale conflitto di interessi, differenziandosi dagli altri conflitti di interesse solo per la sua soluzione sanguinosa: conflitto tra due volontà che usano la violenza come mezzo per raggiungere lo scopo di abbattere il nemico. Von Clausewitz sottolinea il carattere di attività dipendente della guerra a più livelli4 : per quanto ci interessa, l'introduzione della componente psicologica metterà in luce le passioni, le emozioni e tutta la gamma dei sentimenti presenti in ogni lotta. Nel teatro della guerra lo svolgimento dell'azione di lotta trova il suo fondamento sia nell'intenzione ostile che nel sentimento ostile e, poichè quest'ultimo include sempre la prima, è l'intenzione soprattutto alla base di ogni considerazione teorica della guerra. Davanti all'attacco del nemico, intenzione e azione si fondono e si esternano nell'atto di ostilità. Von Clausewitz ha individuato le fonti del sentimento di ostilità verso l'avversario, sia nell'odio nazionale (già presente prima dello scontro bellico), che può essere suscitato dall'attacco esterno all'ideale del gruppo, sia nel combattimento stesso, in quanto il trovar196
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