Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

di pace che è propria nell'epoca dominata dalla attività, dalla tecnica, dalla potenza, dall'efficacia, dalla consumazione. In questo perdersi del mondo i tempi della guerra e della pace tendono a mostrare solo una distinzione esteriore che viene abolita dalla figura di un tempo pubblico dominato dalla dimenticanza dell'essere. _Proseguire per questa strada vuol dire entrare direttaIiiente nel discorso filosofico di Heidegger, ma al punto in cui ho contestualizzato la citazione del testo, è già avvenuto l'essenziale del processo di metaforizzazione filosofica del termine guerra. Esso è già passato in uno scenario che costruisce una verità più profonda, normativa e universale rispetto ad altre modalità simboliche del discorso sulla guerra: è il voler trascrivere un tema nella filigrana di un cielo ché incorpora ogni possibile fuga di prospettiva, è un'impronta che deriva dalla grande tradizione della filosofia. Quanto al contenuto - l'immagine della guerra come destino implicito nel modo in cui la storia umana è diventata storia del mondo attraverso una manipolazione e un possesso concettuale e operativo-mi pare difficile non percepire nella costruzione filosofica, l'antichissirn,a eco che imputava all'uomo·come colpa il voler costruire il mondo nella sua indipendenza e nella sua autonomia, nel significato letterale della parola: legge propria. Una metaforizzazione filosofica, priva di latenze teologiche dirette, ma tuttavia ridondante di un pathos teologico che insinua nei nostri discorsi il sospetto inesauribile di una colpa che non può essere revocata. Entrambe le linee, quella del patto emancipativo e non realizzato e quella heideggeriana hanno tuttavia un elemento in comune. L'universalità che, in un modo o nell'altro, è in grado di immaginare nel corpus filosofico il tema della guerra, subisce, di fatto, la guerra come scacco quotidiano. La forza della rappresentazione letteraria emancipativa o tragica ha un enorme debolezza mondana, l'una perché immagina un soggetto troppo potente, l'altra per174

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