tare qualche interrogativo sull'effettivo interesse di Seneca per il problema della guerra. Gli Henry hanno segnalato la distanza che separa, per questo aspetto, Seneca da Euripide22 : quest'ultimo porta in scena le Troiane, nel 415 a.C., in una fase cruciale della storia ateniese, alla vigilia della disastrosa spedizione in Sicilia. Si è ipotizzato, in questo senso, che Euripide intendesse alludere, mettendo in scena la tragedia dei Troiani, agli eccidi perpetrati dagli Ateniesi nell'isola di Melo. Quel che è indubbio, come notò anche Sartre23 , è che le Troiane rivelano la pressione che gli eventi contemporanei esercitarono su Euripide, ed evidenziano un appassionato messaggio pacifista che costituisce un elemento non irrilevante nella ricezione di questa tragedia: nel 1914, non casualmente, Werfel lavorava ad una rielaborazione di questo testo euripideo. È vero che nella Roma neroniana di Seneca non era quello della guerra il problema più impellente. Non per questo, però, direi che il tema della guerra, nelle Troiane, sia solo un pretesto per trattare il vero problema che stava a cuore a Seneca, quello dell'«absolute ruler»24 , del di� spotismo tirannico. Sarei in realtà assai prudente nel ricercare nelle tragedie senecane specifiche e deliberate allusioni, simboliche o meno, alla realtà politica contemporanea ed in particolare alla difficile situazione in cui Seneca venne a trovarsi nella corte di Nerone. Il rischio, in operazioni di questo tipo, è quello di pervenire ad interpretazioni che restano necessariamente problematiche ed ipotetiche, anche quando si ammantano di aggiornate epistemologie e di criptici modelli esplicativi: rischio che è ben evidenziato, anche per le Troiane, dal recente saggio. di Bishop25 • Nella sua riproposizione della tragedia euripidea, Seneca propone una propria riflessione sul tema al centro della vicenda rappresentata che consente non solo, come abbiamo visto, esiti efficaci e significativi sul piano letterario e teatrale, ma anche una originale puntualizzazione 100
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