Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

indicato col nome di rimozione l'effetto di queste inibizioni che tengono lontano dalla coscienza gli impulsi piacevoli sessuali ed egoistici. E ne ha dimostrato il ruolo di deformazione, nel caso di Hans, nel corso dello sviluppo dei sintomi nevrotici che racchiude in sé tutte le caratteristiche del gioco e che avrebbe potuto essere semplicemente il gioco innocente di un qualsiasi bambino. Qual è l'ulteriore meccanismo che produce la deformazione del gioco? In primo luogo il modo della rappresentazione simbolica già menzionato. Confrontando i due contenuti si scopre che Hans attribuisce alla bambola il ruolo della madre. Egli identifica attraverso alcune affinità superficiali necessarie alla formazione simbolica, come qui, ad esempio, l'aspetto fisico, il buco, lo stridere, la bambola, quindi un oggetto inanimato, con la madre amata. Mediante questa identificazione libidica la bambola nella fantasia di Hans assume, come sostituzione simbolica della madre, la pregnanza di un essere vivente nel quale il bambino può investire e appagare il suo desiderio della madre,4 senza che la coscienza possa rendersi conto di questo processo. Si può constatare contemporaneamente lo spostamento dell'interesse erotico dalla posizione adeguata, nel mondo dei pensieri del bambino che gioca, a una posizione secondaria o, meglio, inferiore. È a questa posizione che va attribuito lo spostamento dell'apertura genitale verso l'alto. Oggetti e azioni legati al piacere sessuale vengono resi più intensi con l'immagine di un simbolo: pene-bambino - «tattetta» con l'immagine del temperino; nascita e defecazione nello spingere in basso (a quest'ultimo comportamento corrisponde in moltissimi giochi il lancio). Hans si identifica allo stesso tempo con il padre, con la bambola, cioè la madre, e con la «tattetta». Nella confessione di Hans si trova anche una tendenza alla razionalizzazione poiché, nel gioco, voleva vedere il «fapipì» della bambola. 40

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