giochi, tanto individuali che tipici. Nel suo gioco preferito durante l'infanzia, questa ragazza teneva volentieri i suoi cuscini e altra biancheria da letto sotto il getto d'acqua della fontana perché era curiosa di vedere «come appaiono le piume una volta che siano bagnate»: una ripetizione simbolica, in for�a di gioco, della piacevole enuresi notturna. Dalle ricerche compiute sul gioco è risultato anche che i giochi sono interpretabili con gli strumenti dell'analisi, come i sogni, le nevrosi, e altre produzioni dell'inconscio individuale o di massa, e che il gioco nella sua essenza mostra la più ampia conformità a tali produzioni, in quanto anche il suo nucleo è costituito dall'attività erotica infantile degli istinti parziali della sessualità. Questa intuizione era del resto a portata di mano. Freud riferisce già nello «Jahrbuch fiir psychoanalytische und psychopathologische Forschungen», 1909, I voi. (Analisi della fobia di un bambino di 5 anni), di un gioco individuale completamente analizzato, un comportamento sintomatico del piccolo Hans con spiccato carattere ludico, il cui significato per l'analisi del gioco mi si è chiarito solo nel corso delle mie ricerche sul gioco. Inoltre ho potuto più tardi conoscere e apprezzare un breve ma eloquente cenno di Freud in Totem e Tabù sul fatto che il gioco è una «allucinazione motoria». Considero queste due pietremiliari trovate nella medesima direzione come la prova dell'esattezza dell'indirizzo da me scelto. Il piccolo Hans gioca instancabilmente con una bambola di gomma. Infila un temperino della madre nel buco del fischietto sulla pancia della bambola, le squarcia le gambe e fa cadere il temperino. In questo gioco è palese la sua caratteristica di produrre piacere, se non altro per il fatto che il gioco viene ripetuto instancabilmente. Ci si deve chiedere da che cosa derivi il piacere di un'attività apparentemente così priva di senso, come questo gioco. L'analisi ha rivelato che il gioco, dietro al suo contenuto 37
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