Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

Inizia, nel luogo della fobia, quel processo di canalizzazione, far canali, che riaffiorerà dalla latenza presentandosi con la forma del tubo, la forma primaria con cui un foglio di carta è divenuto un solido, la superficie ripiegandosi all'interno dei suoi lembi riuniti. Ora (si pensi allo stagnaio per Hans di Freud, la cui analisi parte da una giraffa-foglio spiegazzato, o al fabbro per Eric di Melanie Klein, ma anche Van Gogh negli anni del suo apprendimento del disegno paragona il pittore a un medico o al fabbro), gli artigiani prendono il posto delle persone di servizio, svolgendo la stessa funzione di sostituzione, non più però di sostituzione di persone, ma di sostituzione di parti, con il costituirsi della funzione strutturante che Freud dà, con la nozione di protesi, allo stesso apparato psichico. L'apparato psichico si è rovesciato, la stessa inversione tra lucidità e annebbiamento, e la sua impalcatura è divenuta esterna e riguarda un funzionamento. La mappa del luogo della fobia e le costruzioni di difesa ne sono il progetto e la realizzazione. Come Napoleone all'Elba, il passo del prigioniero marca i tracciati degli acquedotti e delle vigne, come fondamento per la ricostruzione dell'impero. È ancora zio Tobia, apparso con Sterne lungo tutta una serie di editoriali del «Piccolo Hans», che, ferito in battaglia, passa la vita a rappresentare «dove è stato ferito», ergendo in fondo all'orto difese e trincee per impedire che accada ciò che avvenne. Nella doppia funzione del «dove» («Le mostrerò dove sono stato ferito») viene ugualmente indicato il genitale e la mappa del luogo, il -trauma e la sua rappresentazione. La teoria del trauma è il mantenimento di questa duplicità. Così il trauma si presenta come la «favola di Natale» che il primo gennaio 1896 Freud inviò a Fliess. È la storia atroce, reale, di una violenza perpetrata su un bambino, che deve passare per la figuretta goethiana di Mignon: 31

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