Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

tuire una modulazione analoga a quella dell'acquerello. «Ho imparato che nel campo della sofferenza esiste una sfera di sensibilità così ricca e diversa nei suoi limiti e nelle sue combinazioni com'è quella dei suoni e dei colori, sebbene ci siano poche prospettive di fare un uso analogo di questo materiale di sensazioni; è troppo doloroso» (lettera 182). Potrebbe essere, una modulazione coloristica e musicale del dolore, una nuova definizione del sogno? Lo sarà sempre più man mano che, distanziandosi la fascinazione stregata del disegno, una regolazione fine prende il sopravvento sulle linee decise dell'inte,pretazione e l'enigma si pone di un nucleo di sofferenza irriducibile che viene continuamente ripreso, spezzettato, offerto negli appigli e nei rimaneggiamenti dei resti diurni cui il sogno laboriosamente si dedica, e che fa di ogni sogno un sogno traumatico. Come ebbe a osservare acutamente quel mio analizzante, l'acquerello è un sostituto, o meglio un equivalente dell'angoscia. Ciò gli venne in mente in seguito a un episodio. Una mattina molto presto prima di venire in analisi, mentre si recava alla stazione, vide di colpo un uomo steso a terra per strada («come un ubriaco dei nostri giorni giaceva sul lastricato antico» di «un pezzo di antica strada romana affiorante in un campo», lettera 164) forse ferito, forse morto. Riuscì a far fronte molto bene all'emergenza e si spiegò più tardi quell'insolita capacità di assorbire all'istante l'urto di una sorpresa così violenta con il fatto che la notte precedente si era dedicato lungamente a fare acquerelli. Era come se l'acquerello, pur non potendo essere considerato un farmaco, avesse anticipato l'evento che doveva verificarsi il mattino dopo e ne avesse neutralizzato per tempo gli effetti traumatici. Allo stesso modo l'angoscia prepara a un pericolo impedendo che il non presentarsi tempestivo dello Spavento apra nell'apparato psichico una di quelle falle che solo il lavoro della 20

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