Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

Cera perduta Che cosa dunque si conosce con tanta distinzione in questo pezzo di cera? Cartesio, Meditazioni metafisiche sulla filosofia prima, I. 1. La scultura come scarto della professione di pittore Questo piccolo essere, gracile figuretta che non raggiunge il metro, può tenere con forza un soggetto in quello stesso pugno che potrebbe facilmente distruggerla - almeno nel materiale originario: la cera - con una semplice stretta. È la Ballerinetta di quattordici anni di Degas che la copertina del catalogo Degas scultore1 mette giustamente al centro della Galassia, ricordando irresistibilmente il liscio parallelepipedo nero di un celebre film di Kubrik, sorta di Ballerinetta nuda che ha smesso il tutù e la parrucca. Gli zigomi sfregiano il volto di un corpo già deformato, amputato dalla spinta all'indietro delle spalle. Ma, gambe divaricate, il pube è spinto in avanti, offerto rudemente in un raddoppiamento dell'espressione del volto, anzi del «muso» proteso con «sfrontatezza bestiale» tanto da lasciar prevedere per l'autore un posto nella «storia delle arti crudeli».2 Quest'ultima espressione, così come le altre tutte dello stesso tenore, dei critici alla esposizione della Ballerinetta nella 6a mostra degli Impressionisti del 1881, coglie nel vivo quanto la documentatissima critica odierna non può più vedere: la colata di bronzo nero che ricopre «le carni colorate che palpitano» della rossa cera dell'originale fa il paio con la cancellazione del soggetto morso dal desiderio, sostituito da un perfetto quanto neu185

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