Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

nel fatto che lo scotto da pagare per tale parafrasi sarebbe la perdita di piacere. Il nonsense, dunque, evita la specificità contingente. L'illuminazione c'è, ma ha carattere elusivo. Se viene perso il carattere elusivo, si ha cattivo nonsense. È più importante mantenere in vita o in esercizio la funzione liberatoria, che non l'effettiva liberazione da un singolo contenuto. È più importante salvaguardare la sopravvivenza di una struttura di pensiero diversa e altra dal pensiero razionale, che non porla al servizio della lotta contro tale pensiero, come hanno fatto le avangua:r;die. Da qui il carattere di esercizio, che implica un affrancamento anche da quel minimo di soggezione che può essere dato da un singolo contenuto specifico, o più massicciamente dalla contingenza storica. Sarebbe interessante studiare perché il nonsense è emerso dalla tradizione orale e si è imposto nella cultura delle istituzioni proprio nell'Ottocento vittoriano. Il nonsense è un esercizio continuo che ripete un modello di pensiero arcaico. Si esprime tramite un'attività intellettuale che non è quella del pensiero razionale, ma che è altrettanto valida, cioè l'attività del pensiero onirico, e il carattere compulsivo della continuità è dato dall'esigenza di mantenere vivo il modello tramite l'uso costante. Milli Graffi NOTE 1 Chesterton G.K., Il bello del brutto (tit. orig. The Defendant, 1904), trad. it. di P. Sestini, Palermo, Selleria, 1985. 2 Hudson D., Lewis Carroll, Londra, Constable, 1954. 3 Gardner M., The Annotated Alice, New York, Clarkson N. Potter, 1966; ora in Penguin, 1970. The Annotated Snark, New York, Simon & Schuster, 1962; Penguin, 1967. The Nursery Alice, New York, Dover Publications, 1966. 183

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