Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

non risulta da nessuna linea del testo di She e che nessun calcolo attendibile riesce a legittimare. Poco importa, però, dato che tale identificazione corrisponde a qualcosa di davvero sostanziale). L'omologia di destino è abbastanza lampante: se l'avventura di Leo si articola nella forma di un viaggio dentro l'ignoto, viaggio di scoperte abbaglianti, traumatizzanti, l'invenzione freudiana della psicoanalisi sopporta la medesima figurazione simbolica: «Tutto è ideato sul modello di una strada immaginaria. Dapprima viene il bosco buio degli autori... foresta senza prospettive nella quale è facile perdersi. Vi è poi uno stretto passaggio attraverso il quale conduco i miei lettori... e poi, tutto in una volta, il punto più elevato ove si spazia e la domanda: 'Ditemi, se non vi spiace, dove volete arrivare?'» (lettera a Fliess del 6 agosto 1899, sulla struttura della Traumdeutung). Il parallelismo si può sviluppare, e una parte ricade ancora nella questione del numero. Gli eroi maschili di She formano una coppia praticamente inseparabile, Leo e Holly, congiunta da un affetto quasi parentale (Holly ha avuto per una ventina d'anni la funzione di padre presso Leo), cui si mescola una più che vaga sfumatura omosessuale («la sola persona forse che io amassi in questo mondo...»; e si metta pure in conto la feroce misoginia di Holly, doppiata da quella perfino grottesca del servo Job). Ma all'epoca probabile del sogno, maggio 1899, un'altra coppia, quella Freud/Fliess, vive ancora con intensità, ad ogni livello, il proprio rapporto d'amicizia. Sarebbe curioso andare a vedere, di là dalla prima, e ovvia, identificazione Freud/Leo, quali scambi si determinino all'interno del duo reale, in rapporto ai ruoli fissati nella coppia romanzesca. Voglio dire: quando Freud possa riconoscersi in Leo e quando in Holly. Credo avvengano oscillazioni del genere nel corso storico del sodalizio Freud/Fliess, ma inoltrarsi in tale direzione porterebbe 162

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