l'eccitazione o emozione (ad es. amore, odio, rabbia, paura, ansia, etc.) connessa con ogni idea (o rappresentazione). Quanto alle loro fonti, essi sarebbero i «rappresentanti psichici» di impulsi somatici o, più semplicemente, che «investono» (occupano, besetzen) ogni idea (rappresentazione) nel processo di pervenire ad una espressione psichica. Questa «quasi definizione» provvisoria è posta qui, con una funzione anticipatrice. Infatti la si può «riconoscere» in scritti più tardi, ma che riprendono caratteri e concetti degli scritti già riportati. L'abbiamo anticipata perché dovrebbe (o potrebbe) ad un tempo confermare l'attenzione di Freud al momento della «rappresentazione» e la · natura quantitativa (fisica) dell'affetto. In realtà, questa «definizione» appartiene alla ripresa del momento teoretico di Freud corrispondente agli scritti di metapsicologia. Come si sa, questi «scritti» dovevano comporre un «trattato» dei fondamenti, analogamente al «progetto» di una psicologia, rimasto inedito e solo in parte confluito nel capitolo VII della Interpretazione dei sogni. Fra questi scritti, che sono stati pubblicati anche se solo come «momenti» di un «secondo progetto» - mentre la grande e compiuta «metapsicologia» è stata da Freud abbandonata, in parte scritta in parte forse «solo» immaginata - lo scritto, la minuta teorica da poco ritrovata testimonia di un percorso compiuto. Figura, del 1915: Pulsioni e loro destini e da questo testo è tratta la definizione precedente. E per una ragione precisa. In questo testo, infatti, figura, meglio che altrove, una «definizione» di Trieb (pulsione, istinto) che merita di essere considerata. Qui, Freud descrive la «pulsione» come un «concetto che sta alla frontiera fra il mentale e il somatico, come il concetto limite fra lo psichico e il somatico, come il rappresentante psichico degli stimoli che traggono origine dall'interno del corpo e pervengono alla psiche, come una misura delle operazioni che vengono richieste alla sfera psichica in 123
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