di Wittgenstein sul problema della misurazione che potrebbero soccorrere in aiuto a Freud...). Il fatto è che la «contraddizione» non ha alcuna importanza per Freud, così almeno mi pare. Freud scrive nel 1894, nelle Neuropsicosi da difesa. Sarebbe facile, naturalmente, interpretare questa incertezza come la difficoltà di tradurre il concetto neurologico di quantità in quello psicologico di «ammontare» di affetto, come esempio, cioè, di una conversione ancora insicura. Ma non mi sembra che sia così: questa traduzione, si potrebbe dire, non è mai avvenuta, per gli affetti, e per altro. In ogni caso, per gli affetti e per il loro ammontare. (Tra parentesi quest'aggiunta «ammontare, Betrag» può benissimo cadere, mi sembra.) L'importante, nell'esempio riportato, non sta, infatti, nella definizione, che non c'è, di affetto, quanto nell'uso del termine «per quel che segue»: questo «qualcosa di quantitativo», di impossibile misurazione, ma capace di «quantità», se è capace di aumento, diminuzione, è capace - questo è l'importante per Freud - a proposito degli affetti ma non relativamente ad essi - di spostamento e scarica «sulle tracce mnestiche delle rappresentazioni». Il termine forte dell'argomento è «rappresentazioni», anche se Freud, quasi a ribadire l'aspetto «analogico», aggiunge «quasi una carica elettrica sulle superfici dei corpi». A conferma della rilevanza della rappresentazione, nel contesto degli affetti, - e la rappresentazione è uno dei termini della Topica di cui parlavo prima, - vediamo un altro esempio: «(...) la difesa riesce nel suo intento di respingere dalla coscienza la rappresentazione incompatibile, se nel soggetto, fino a quel momento sano, sono presenti episodi sessuali infantili nella forma di ricordi inconsci, e se la rappresentazione che· va rimossa può essere posta in connessione logica o associativa con un'esperienza infantile di questo genere». «La scissione della rappresentazione sessuale dal suo affetto e l'adesione di 121
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