Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

La 7a ed. non comporta modifiche sensibili dello schema. È invece nella stesura dell'ottava, tra il 1909 e il 1915, che vengono sviluppati in modo particolare due gruppi, la «demenza precoce» e le «parafrenie», riuniti con l'etichetta di «affezioni endogene», psicosi che evolvono verso un deterioramento totale. «Endogene» vengono pure considerate le forme della psicosi maniaco-depressiva. Le «affezioni degenerative congenite e acquisite» comprendono invece le oligofrenie e le classi delle «degenerazioni» propriamente dette: affezioni psicogene, isteria e paranoia (delirio di interpretazione), stati psicoastenici e ossessivi ai quali si associano perversioni sessuali e psicopatie. Da «quadri morbosi mal definiti e successioni di sindromi cliniche le più varie» il criterio dell'evoluzione permette di individuare entità morbose costanti. Dice Kraepelin: «L'esempio della paralisi generale dimostra che bisogna guardare al decorso completo dell'affezione, dall'inizio alla fine. Allora solamente si possono comparare le forme morbose e i gruppi». Oltre alla paralisi generale di Bayle, forme ben individuate gli sembrano la «folie circulaire» di Falret e la catatonia di Kahlbaum. A Kahlbaum riconosce di non essersi accontentato di una diagnosi sintomatica ma d'aver intuito la malattia mentale soggiacente ai sintomi prevedendone di conseguenza l'evoluzione. Tuttavia, lungo il suo laborioso percorso, la purezza della nosografia clinica deve da un lato fare i conti con ricerche organiche che sollecitano un nesso causa/effetto; d'altro canto la contemplazione psicologica distaccata finisce per dare legittimità a quelle psicologie, di Bleuler e Jaspers, che accostano il Soggetto anche se tali vie conducono a interpretazioni non validabili. Ovviamente, nella quotidiana fatica di mediazione, Kraepelin non intende attenuare il modello portante. Per quanto concerne un nesso di causa «organico», egli · 110

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