Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

sono in seguito configurate in un progetto di esclusione e segregazione. Ma per la stessa tensione concettuale, la purezza di questo sguardo presto incontra zone di opacità, si offusca. L'aggiornamento degli schemi classificatori del Trattato nelle varie edizioni si uniforma a un leitmotiv: «la delimitazione e il raggruppamento delle forme morbose che devono essere in primo piano e servire di base a ogni lavoro ulteriore». Se la classificazione del «compendio» del 1883 è basata su di una diagnosi psicologica attuale, evoluzione e prognosi sono già determinanti nel 1887 (2a ed) per differenziare forme curabili (melancolia, mania, delirio, stati tossici acuti) e forme non curabili (follia circolare, delirio cronico). Nel 1893 (4a ed.) è introdotto il gruppo dei «processi psichici degenerati_vi» comprendente la demenza precoce, la catatonia e la paranoia. Nel 1896 (Sa ed.) si parla al riguardo di «processi demenziali». Tappa essenziale nella messa a fuoco della nosografia è la sesta edizione del 1899. La «demenza precoce» comprende ebefrenia, catatonia e forma paranoide. Riprendendo indicazioni di Griesinger e Kahlbaum la forma paranoide è a sua volta suddivisa in «demenza paranoide» e «Verrucktheit fantastica», quest'ultima nucleo della futura classe delle «parafrenie». Quanto alla «melancolia» rientra nella «psicosi maniaco-depressiva» fatta eccezione per i quadri «involutivi», e perde così quella individualità che ancora le viene riconosciuta nelle lezioni pressoché contemporanee di Heidelberg: segno che la sistemazione nosografica va oltre l'evidenza dei casi clinici. Appare opportuno tenere presente la classificazione del 1899, la quale rubrica tredici gruppi: 1. Psicosi infettive 108 deliri febbrili deliri e stati di debolezza in infezioni

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