Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

NOTE 1 Questo il tranquillizzante incipit di Murphy: «The sun shone having no alternative, on the nothing new. Murphy sat out of it, as though he were free, in a mew in West Brompton» (Murphy, London, Picador, 1973, p. 5 [«Il sole splendeva, non avendo alternative, sul niente di nuovo. Murphy sedeva fuori della portata dei suoi raggi, come se fosse libero, in un appartamento nel West Brompton»] (traduzione mia). 2 Beckett Company, London, John Calder, 1980. 3 Beckett, Watt, London John Calder, 1981, p. 6. «Infatti la signora teneva il signore per le orecchie, e la mano del signore era sulla coscia della signora, e la lingua della signora era nella bocca del signore». La storia editoriale di Watt è abbastanza complessa, essendo stato inizialmente il libro, scritto fra il 1943 e il 1945, pubblicato in inglese dalla Olympia Press nel 1953, allorquando in questa casa editrice confluirono le forze della rivista letteraria Merlin (alla ricerca di un editore, così come l'editore era alla ricerca di madrelingua inglesi che gli tradussero romanzi pornografici per le sue collane). Così, dopo dieci anni dalla sua stesura, Beckett riusciva a pubblicare questo romanzo presso una casa editrice specializzata in pubblicazioni porno, tanto che non è escluso che, come scriveva Beckett alla cognata Jean Wright, il libro sia stato acquistato «by mistake to someone who thought he had bought another dirty book» [Per errore di qualcuno che credeva di avere acquistato un altro libro osceno»] (Deirdre Bair, Samuel Beckett, cit., p. 386). L'episodio più gustoso relativo a tale pubblicazione, resta comunque il tentativo di interpretare in chiave pornografica la pagina del romanzo contenente il canto delle rane (una pagina piena di krak, krek, krik disposti in vario ordine» da parte dei funzionari della Buon Costume, durante un'irruzione nei locali della Olympia Press. Nel ripubblicare in Inghilterra Watt dieci anni dopo, Beckett ha soppresso due «eccedenze» dell'episodio di Arsene. 4 Watt, cit., p. 6 «Stufi di aspettare il tram, disse il signor Hackett, fanno conoscenza». (Si cita qui e in seguito dalla traduzione italiana di Cesare Cristofolini, Watt, Milano, Sugar, 1967) 5 Ivi, p. 5 «Sapeva che non erano sue, ma le considerava sue. Sapeva che non erano sue, perché gli piacevano». 6 lvi, p. 14. «[...] un involto, un tappeto per esempio, o un rotolo di tela incerata avvolto in carta scura e legato al centro con uno spago». 7 lvi, p. 15. «Cos'è che m'interessa tanto, disse, me che perfino ciò che è straordinario, perfino ciò che è soprannaturale interessa così raramente, e così poco. Qui non c'è assolutamente nulla di insolito, per quanto io possa vedere, eppure ardo dalla curiosità e dalla meraviglia. Non è una sensazione sgradevole, devo dirlo, eppure non credo che saprei sopportarla per più di venti minuti, o mezz'ora». 8 lvi, pp. 16-17. «La cosa strana è, mio caro, ve lo dico francamente, che quando lo vedo o penso a lui, penso a voi, e quando vedo o penso a voi, penso a lui». 9 lvi, p. 7. «Hackett, disse la signora. Che Hackett?» 10 lvi, p. 19 «Troppo pavido per assumersi la responsabilità di una decisione, disse il signor Hackett, la rimette al freddo meccanismo di 150

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