dello spirito linguistico52 : ecco, dunque, il peccato originale di Watt (e la radice dei suoi errori in casa Knott). Che sia il misconoscimento del soggetto come limite del mondo il nucleo di questa matassa nella quale, sempre più inestricabilmente, va avvolgendosi Watt, lo mostra con chiarezza il passaggio che succede alla fase della famosa pentola. Alla ricerca di quella sicurezza sottrattagli dal tracollo del «semantic succour», Watt si rivolge in se stesso - «who was not Mr. Knott's in the sense that the pot was, who had come from without and whom the without would take again» - solo per fare l'inquietante scoperta che «of himself too he could no longer affirm anything that did not seem as false as if he had affirmed it of a stone».53 La casa del signor Knott - nel suo essere mutevole e quindi immutabile, inconoscibile e pertanto fantastico «last refuge» [ultimo rifugio] - prende dunque il sopravvento sul logico Watt, così come aveva già fatto con l'ontologico Arsene e come fece con Walter, Vincent e con tutti coloro che li precedettero e il cui nome è andato perduto, come lamentava Arsene, «on account of the vanity of human wishes» [a causa della vanità dei desideri umani]. Conseguenzialmente, cioè giusto in virtù di questa sconfitta, diciamo, della ragione, Watt troverà l'unica conferma alla sua «long dwindling supposition» [modesta supposizione] e l'inconoscibile casa del signor Knott si mostrerà per un attimo interamente alla conoscenza: se nulla cambia nel Mr. Knott's establishment è proprio perché nulla rimane, e se nulla viene o va è perché tutto è «a coming and a going».54 Come in un famoso esempio di Poincaré, alle soglie della relatività, tutto può cambiare integralmente ed in ogni sua parte, e per ciò stesso rimanere identico alla conoscenza.55 Le alterazioni di casa Knott possono essere state riscontrate da Watt solo fin quando egli ragionò come se lo spazio fosse assoluto; · quando Watt verrà finalmente comprendendo la relativi144
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