Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

ai miei piedi»24 • L'interpretazione che indica «direttamente» la castrazione ottiene l'effetto opposto. L'Uomo dei lupi, come già avevamo visto Richard con Melanie Klein, supplica l'analista mostrandole come la propria risposta all'interpretazione è ancora un'allucinazione. Su questa strada il paziente teme di impazzire. Il segno della castrazione appare nel cielo allo stesso posto che di solito occupa il Sole. In realtà, il naso del padre può essere ricurvo solo in quanto è lungo. Il limite posto dal sogno stesso dell'Uomo dei lupi alla potenza paterna viene da quel sistema metrico decimale appunto che il bambino, come abbiamo visto per Hans, Eric, Richard e Giacomo, ha forgiato con arte (servendosi delle tecniche degli artigiani a questo deputati) nel «luogo della fobia», in virtù del quale una teoria del piccolo sanziona l'artificio che rende possibile la rappresentazione. Il fatto che tutto questo avvenga in analisi attraverso il sogno permette che non vi sia una regressione del paziente. Il naso lungo sognato è un punto fermo, e ora anche la cicatrice sul naso non è più temuta dalla donna grossa. Buon figlio prediletto di Freud, come durante la sua malattia amava definirsi, l'Uomo dei lupi si dispone dunque a lasciare Ruth Mack Brunswick con la stessa raccomandazione, nascosta in una «piccola frase» residua, passata da Freud a Jung25 : «Resti attaccato alle teorie sessuali infantili». Con «Le donne... sempre con la paura di perdere qualcosa», l'Uomo dei lupi ha ritrovato insieme all' «interesse alla vita in generale, quello all'arte e alla lettura», quell'antica arte di cui è ritornato ad essere maestro. Virginia Pinzi Ghisi 50

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