Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

parato psichico trova una sua prima rappresentazione esterna. Al termine della latenza, la rappresentazione tende a scavalcare gli «errori» delle teorie sessuali infantili, e risultato ne è la simultaneità di un riaffacciarsi della sessualità con un rapporto diretto al godimento del padre. L'adesione a questo è, coincidente con la pubertà, la schizofrenia. Il luogo della fobia, che abbiamo chiamato prima rappresentazione esterna dell'apparato psichico, coesistenza di due disegni eterogenei dai quali nasce il soggetto, risposta «teorica» all'angoscia del bambino, che è essenzialmente un'angoscia sull'origine, l'angoscia è il segnale della domanda, è dunque una rappresentazione tra la nascita e la morte. Un'analizzante sogna di essere distesa a terra nel corridoio che partendo dall'ingresso dell'appartamento della nonna, divide la cucina dal soggiorno, insieme con il marito, e che la nonna, in piedi, «vigila il nostro rapporto». Breve passaggio della legge nel vigila, sorveglia, vigile, controlla, punisce, un'essere sveglia che è insieme garanzia e punizione. Essere stesi sul freddo pavimento del corridoio, stesi sulla nuda terra, è anche essere morti, mentre la nonna è ben viva, lei contro cui l'analizzante combatte la sua guerra per la sopravvivenza («non posso essere sicura di essere viva fino a quando lo sarà mia nonna e io potrò morire prima di lei»), e in cui si incapsula il desiderio del padre dell'analizzante che, così come Giacomo8 , viene rinviata dal desiderio del padre alla madre di lui, la figura dei nonni diventando l'esempio dei terribili «morti viventi»9 • Il corridoio che «divide» cucina e soggiorno tenta una rappresentazione del luogo della fobia, mentre il sog40

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