Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

33 Il castello di Udine, p. 42. 34 lvi, p. 32. 35 lvi, p. 31. 3 6 Ivi, p. 14. 37 Weiss E., Elementi di psicoanalisi, Milano, Hoepli, 1931. Citiamo dal reprint anastatico, Milano, Cisalpino-Goliardica 1976, p. 70. Che Gadda abbia letto il libro di Weiss nel 1931 (o 1932) e non "solo nel 1936-37", come afferma Michel David, in La psicoanalisi nella cultura italiana (Torino, Boringhieri 1966) appare perciò pressoché certo. 37. 38 Ora in Gadda C.E., I viaggi la morte, Milano, Garzanti 1958, p. 39 Cfr. Arbasino A., Sessanta posizioni, Milano, Feltrinelli 1971. 40 Gadda C.E., Le meraviglie d'Italia, Torino Einaudi 1964, p. 11. 41 lvi, p. 12. 42 lvi, p. 14. 43 Il castello di Udine, p. 30. 44 Cfr. Freud S., Il poeta e la fantasia, in Opere, Torino, Boringhieri, vol. 5, p. 378. 45 Non è forse casuale che Pietro Citati, proprio nell'articolo dedicato a Gadda in "Il menabò", 6, 1963, e intitolato Il male invisibile, scriva, a proposito della Cognizione del dolore: "L'unica luce su di noi non ci giunge nel corso di una continua analisi psicologica, quando trascriviamo la nostra anima in un quaderno, attenti a raccoglierne ogni trasalimento. Ci giunge di fuori, ambigua e nettissima, appena la forza creativa ci traspone in un personaggio o in un simbolo, che si immergono e ci immergono nella rete di rapporti oggettivi che è l'esistenza" (pp. 14-15). 190

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