Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

un'«ora infinita d'un giorno senza confini» (189). L'immagine-guida della «fetazione» prelude così ad un isomorfismo tra metodo ed oggetto, ad un «parallelismo tra genesi ontologiche e gnoseologiche» impostato su una «nascita continua e polivalente»: giacché «la connaissance est, à la lettre, naissance»9 • La struttura decifratoria e abduttiva della «conoscenza o euresi» (276) riflette un'ontologia imperniata sull'invadenza di un état scripturaire (in cui l'essere equivale al conatus della decifrazione paleografica); un'ontologia, cioè, incentrata sull'attualizzazione dell'implicito, sull'articolazione dell'inviluppato, sulla ricorsività dell'emboftement. 128 All'esclusione preliminare del falso, attraverso un metodo che presuppone la riuscita prima dell'entrata in gioco (e la condanna del corpo, responsabile delle confusioni), Leibniz sostituisce il trattamento polimetodico di tutti i contenuti che comportano alcunché di non evidente, siano propri dell'anima o del corpo, e che noi abbiamo chiamato falsi relativi o temporanei; il pensiero veridico se li pone come compito, e lavora a rettificarli. Questi falsi relativi o temporanei sono l'implicazione della complessione, la cifra sotto il codice caratteristico, nell'equazione senza chiave o sotto il vinculum, l'irrazionale e il sordo, la scenografia obliqua e la prospettiva cavaliera, la zona carica d'ombra e la cosa accecata, il groviglio infinitario e la rete labirintica, in una parola la struttura pluralistica dell'embofté o del complicato di cui ciascuna regione del sapere o dell'esperienza reca l'immagine ( ...) Rimaniamo dunque immersi nell'inavvertito, il sonno e l'empiria, collocati ad un punto di vista marginale, portatori di vocaboli maltradotti, perduti senza filo d'Arianna...; ci è imposto senza tregua di appercepire, di chiarire l'oscuro, distinguere il confuso, intuire l'adeguato, e le nostre armi metodiche hanno la stessa struttura complessa delle dif-

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