Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

NOTE ' Riprendiamo l'analisi al punto a cui l'abbiamo lasciata nel n. 48 della rivista, nel saggio intitolato «Il disagio dell'albero: dialogo parallelo di G.M. Hopkins». Le citazioni dalle poesie di Hopkins riportano la numerazione progressiva adottata dopo l'edizione del 1930 di C. Williams; per l'edizione inglese: Hopkins G.M., Poems by W.H. Gardner, London 1948; la traduzione italiana a cura di Augusto Guidi, Guanda, 1965, da cui preleviamo le traduzioni rioortate in nota. ' Serpieri A., Hopkins - Eliot - Auden, saggi sul parallelismo poetico, Bologna 1969, p. 92. ·, Bender T.K., G.M. Hopkins, The Classica[ Background and Critica[ Reception of his Work, Baltimore 1966, citato in Serpieri, cit., p. 56. ' Serpieri, cit. p. 93. ' Ibidem, pp. 82-83. ' Benjamin W., Angelus Novus, Einaudi, Torino 1962, pp. 76-77. ' «Somigliane le uova dei tordi minimi umili cieli, / il fischio del tordo, per gli echeggianti tronchi, sciacqua, / torce l'orecchio, lo colpisce come lampi». ' «È il volto segreto che mi trova, è la rappresentazione / del suo sé repentino che si lancia nell'orecchio e l'empie». ' Gardner W.H., Gerard Manley Hopkins, 2 voll., Martin Secker & Warburg, London 1944 e 1949. È lo studio più completo su Hopkins; prezioso per la quantità di informazioni e di analisi contenute anche se muove da un assunto interpretativo difficilmente utilizzabile. '° Cfr. Gardner, cit., vol. I, p. 177. Per la questione del fool, si veda, in particolare: Nadia Fusini, «Laipazzia d'Amleto», in «Il piccolo Hans» n. 18, e nello steso numero i contributi alla discussione di Alessandro Serpieri. 11 «Laciatemi avere maggiore pietà del mio cuore; lasciatemi / in futuro vivere cortese al mio animo triste, / caritevole; non vivere questa torturata mente / a tormentare ancora con questa torturata mente». " Lettera a Robert Bridges, University College, Dublin, May 17, 1885, in G.M. Hopkins, Poems and prose selected and edited by Gardner W.H., Penguin Books, 1981, p. 202. " Jakobson R., Questions de poétique, Ed. du Seuil, Paris 1973; il saggio «Le langage en action», p. 209. '' «Mi desto, e sento .il monte della notte, non il giorno. / Che ore, che ore nere abbiamo speso / questa notte! Che viste vedesti, o cuore! Che vie andasti! / E altre ne andrai nel più lungo indugio del giorno! / Da esperto parlo. Ma dove dico ore, / intendo anni, una vita. E il mio lamento / son pianti senza numero, morte lettere inviate / a colui che vive, ahimé, lontano». " «Ma oh, tu terribile, perché vuoi duro sopra me / calcare come roccia il destro piede, torturatore del mondo? Piantarmi sopra una 32

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