Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

azioni a spezzare la mistica unione del poeta con Dio e la sua natura. Mentre dell'«io» che chiude il sonetto sappiamo che è il vero attante, il motore di tutto il dialogante periodo dei sonetti «terribili». Shakespeare offre il precedente più esplicito al tema dell'uomo comune: non il contemporaneo Jack, l'uomo di tutti i giorni laborioso e utile, ma il furfante fuori legge, lo shakespeariano Jack-sauce e Jack-slave; così al verso 11 leggiamo: Man Jack the man is, just; che risuona ancora nel conio hopkinsiano del verso 9, sonetto 47: Saul, self; come, poor Jackself, I do advise / You ... La gradazione del sonetto 69 comporta un progressivo drammatizzarsi del discorso, un passare dal tono elevato della caduta degli angeli e dell'umano metafisico memento mori, all'umana miseria e bassezza del «transito di cibo», fino all'angustia dell'«io», maschera deformata nel riflesso. Quel memento mori che è il nostro respiro è come un meccanismo, un ticchettio incessante che nel vuoto della veglia segnala la presenza sinistra della morte. La prima quartina del sonetto 70, «To his Watch», riprende il senso di questa minaccia: Mortal my mate, bearing my rock-a - heart Warm beat with cold beat company, shall I Earlier or you fail at our force, and lie The ruins of, rifled, once a world of art? (70, versi 1 - 4)21 Horloge! d1eu sinistre, effrayant, impassible, Dont le doigt nous menace et nous dit: Souvienstoi!22 È il tema di «L'Horloge» di Baudelaire, oltre che di una poesia di Edward Herbert (frat�llo del più famoso George) intitolata: «To His Watch, When He Could Not Sleep». L'ultima terzina del sonetto 69 è il momento più acuto della gradazione: gli elementi della disfatta ritornano negli 26

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