Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

O colui che lo combatteva? Chi dei due? L'uno e l'altro? - Cheer whom though? the hero ...or me that fought him? O which one? is it each one? (40, versi 12-13). Ogni cosa divisa, nella solitudine della men. te in faccia a se stessa, nella tensione da pensiero a pensiero: il discorso continua, ma ha vie impervie, non esplorate, sospese in alto, in luoghi dove la nostra resistenza non regge a lungo quella scoscesa profondità, quella vertigine da funambolo; la mente allora si sperde, la mente allora ha montagne: O the mind, mind has mountains; cliffs of fall Frightful, sheer, no-man fathomed. Hold them cheap May who ne'er hung there. Nor does long our small Durance deal with that steep or deep. Here! creep, Wretch, under a comfort serves in a whirlwind: all Life death does end and each day dies with sleep. · (41, versi 9- 14)20 Ma fermiamoci un attimo, e torniamo al sonetto 69 da cui siamo partiti, usiamolo ancora, fino alla fine della sua analisi, come introduzione. Torniamo a Shakespeare, e agli elementi tematici principali del nostro s�metto. Nella prima quartina abbiamo visto la rovina degli angeli; nella seconda, e nella prima terzina il tema centrale è l'uomo e la sua miseria. Nell'ultima terzina il terzo tema: l'«io» prende la parola in prima persona. L'allineamento dei tre temi ci mette davanti a una sorta di tavola prospettica dei periodi di scrittura di Hopkins. Del primo tema degli angeli comprendiamo ·subito che si tratta della trasformazione del grande tema della natura e del trionfo di Dio visto all'interno dell'ultimo periodo di scrittura. Del tema dell'uomo comune sappiamo che è stata proprio l'irruzione della lingua degli uomini, e delle loro 25

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