Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

geminazione metaforica dei capelli aveva prodotto una profonda asimmetria di comparse. Prolungando e saldando in una coreografia plausibile reti e onde, questa dimensione 'ittiologica' del percorso amoroso suggerisce al tem­ _po stesso, per così dire, un capovolgimento direzionale della fenomenologia erotico-narcisistica, ripiegando sul motivo delle inclusioni e degli scambi ottici mare-cielo: all'itinerario amante-superficie (specchio) - profondità (dell'acqua) si sostituisce quindi il suo rovescio - a partire dai fondali e dai pesci, infine. Benchè la sovrapposizione non sia perfetta, ciò tuttavia induce a ritenere che il campo dei rinvii e degli allacciamenti concettuali e figurativi sia assai prossimo a quello espresso dal sonetto «Amor, non dissi il ver»: in esso si rivelava la separazione amante-poeta/amata-amante di se stessa, in questo il medesimo bilancio di esclusione è indotto sostituendo la comparsa dello specchio con l'immagine, ad esso collegata, del mare, e introducendo un amante estraneo, i pesci (la cui connotazione quale metafora del poeta, amante sviato, apparirà poi, per scambio di contiguità in attributi, là dove,«del'acqua augei squamosi, Spiegano i pesci l'argentate penne, Tra gl'infiniti esserciti guizzanti Sparse mill'esche di sospiri e pianti»: Ad. I,91). «Avea su per lo mar» introduce nel cuore della fabbrica poetica del Marino lirico, nel suo laboratorio di scrittura e di creazioni, additando un programma di variazione dei modelli che risiede tutto nel testo; temi separati e ubicati in province distanti come quello dei capelli, del mare, delle catene, del mondo acquatico quale -ré1toç esistenziale dell'amante sono raccolti dalla tradizione per essere distribuiti secondo nuovi ordinamenti e in itinerari di percorso convergenti. Il sonetto infatti recupera, tra l'altro, l'intera polivalenza di significato di metafore già accostate separatamente; il nesso capelli-catene ripercorre il desiderio della prigionia (i pesci sono «amorosetti», v.10), la sua intenzionalità («corsero», v.9), il destino di morte che ne scaturi196

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==