Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

termini biografici. La metafora della scrittura come gestazione di un'anima che ben si attaglia sia alla specificità della scrittura del Portrait che alla sua storia creativa, metafora che fa di Joyce l'origine materna oltre che patema della sua creazione, fu - a quanto risulta - ben presente allo stesso scrittore che ebbe a compiacersi del paradosso. D'altronde nel decennio di composizione del Portrait Joyce mostrò, in occasione della gravidanza della moglie Nora, una curiosità ossessivamente analitica nei confronti del processo di gestazione, testimoniata dalle sue puntigliose ricerche mediche relative alle fasi e alle modalità dello sviluppo embrionale (cfr. Ellmann R., op. cit., p. 296). 1 ' Tutto il linguaggio del Portrait è stato letto da M_aud Ellmann come metafora di una «economia» nella quale il flusso delle parole, la loro continua circolazione, è arrestato provvisoriamente e trattenuto dal soggetto nella paralisi della letteratura. In questa economia di «flussi» il soggetto, attraversato dalla parola, riemerge sotto forma di secrezione: «La passione... (il desiderio) passa incessantemente attraverso il linguaggio macchiando la carne di parole e le parole di carne, rendendo i due termini indistinguibili e non disgiungibili da ogni altra forma di passaggio o evacuazione. I flussi e le correnti che escono dalla bocca di Stephen potrebbero essere uretrali o mestruali o seminali: alito, sangue, vomito e saliva escono da questo orifizio sotto forma di linguaggio e il grido inarticolato di Stephen è letteralmente una parola sporca: ...il corpo del soggetto è una zecca che lo produce, lo foggia, lo emette sotto forma di periodi di veglia, sequenze, frammenti e secrezioni. ...tutti i flussi che vengono 'prodotti' dal soggetto costituiscono il mezzo attraverso il quale egli si duplica, conia o pubblica o stampa se stesso... Tutto ciò che passa dalla coscienza di Stephen ne esce svuotato o disarticolato». (Ellmann Maud., op. cit., p. 201. 1 ' Sarà opportuno qui precisare che l'insistente nonché tassativa attribuzione romantica agli stilemi di Novembre è operazione arbitraria e discutibile, giustificabile soltanto alla luce delle premesse relative all'operazione intertestuale stessa e alla sua frequentazione tutta rivolta al Portrait come primaria scrittura in questione. Queste osservazioni si configurano quindi come parziale riscrittura di un senso joyciano, opzione per un suo orie·ntamento «deciso» dalla suggestione flaubertiana cui ha dato forma opinabile la serie di implicazioni incluse nella testualità joyciana. " Riscriviamo qui di seguito l'intero segmento segnalando in corsivo tutte le. unità (sintagmatiche, frastiche e lessicali) che, al suo interno, compaiono in successive riprese anaforiche. La riscrittura consente una visualizzazione di quel procçdimento di composizione embrionale basato sul significante piuttosto che sul significato di cui si diceva prima: «His heart trembled, his breath carne faster and a wild spirit passed over his limbs as though he were soaring suriwards. His heart trembled in an ecstasy of fear and his soul was in flight. His soul was soaring in an air beyond the world and the body he knew was purified in a breath and delivered and made radiant and commingled with the elements of the spirit. An ecstasy of flight made radiant his eyes and wild his breath and tremulous and wild and radiant his windswept limbs». 188

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