Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

Lo specchio _nella «Lira» di G.B. Marino Accantonato ormai, in poche missive irritate spedite al Ciotti, il progetto di una vasta e organica raccolta dei giovanili esercizi lirici insieme all'imperfetta terza Lira del 1614, il Marino, chiudendo una prima fase del proprio operare letterario e volgendosi a più ambiziosi obiettivi, assicurava tuttavia ai posteri, pur corrotto - ma non è dato di sapere a quale profondità -, un campionario policromo di virtuosismi che non è fuori luogo ispezionare quale progetto di un'autentica enciclopedia della versificazione occasionale; scandita per motivi, luoghi poetici e livelli tematici. L'intenzione di accostare, in queste note, sia pure attraverso larghi accerchiamenti o per semplici tracce di un itinerario testuale fra i possibili, la comparsa dell'immagine dello «specchio» nel Marino della Lira puntando a un'essenziale mappa delle premesse e del corredo metaforico e figurativo che vi si congiunge, deve muoversi da un punto di valutazione apparentemente estraneo alla linea che unisce specimina ben più noti, un sonetto della terza parte1 - per il cui testo si accetta la trascrizione moderna2 : Onde dorate, e l'onde eran capelli, navicella d'avorio un dì fendea; una man pur d'avorio la reggea 4 per questi errori prez'iosi e quelli; e, mentre i flutti tremolanti e belli con drittissimo solco dividea, 189

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==