Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

favore dell'evento conferma la validità dell'accostamento e comincia a generare il sospetto che su Kafka sia stata proiettata deprecabilmente l'ombra del nouveau roman. Le analogie con il precedente dibattito nella cultura francese non finiscono qui: si può richiamare - e stavolta a nostro vantaggio - un articolo di Genette, che si riferisce opportunamente, fra l'altro, all'astio metaforico di RobbeGrillet per osservare come il romanziere, a dispetto di tutte le sue intenzioni, si dimostri in preda a quello che Mallarmé chiamava il demone dell'analogia. I testi di RobbeGrillet pullulano di somiglianze, doppi, analogie, riproduzioni (Genette 1966, trad. it., pp. 76-81), facilmente documentabili e che producono l'effetto di una vertigine immobile. È il caso di citare la «fuga da fermi» in cui sono così fiduciosi Deleuze e Guattari? (1975, trad. it. p. 24 e 56) per arrivare all'ipotesi derisoria secondo cui i teorici dell'AntiEdipo avrebbero «sbagliato scrittore»? Bisogna guardarsi dalle ritorsioni polemiche, anche quando promettono un successo agevole. Benché non sia difficile mostrare come Deleuze e Guattari rilancino la visione metaforica - Kafka avrebbe descritto acutamente un capitalismo di intensità, flussi deterritorializzanti e desideri di riterritorializzazione - non vorremmo accontentarci di un risultato che sembra alquanto banale proprio per la «facilità» con cui è conseguito. Osserviamo meglio come venga condotto l'attacco alla metafora. Nel momento in cui attribuiscono a Kafka la proposta di linee di fuga (non esteriori), l'esaltazione di un movimento libero - «La mia natura di scimmia uscì àa me, fuggendo in corsa frenetica, con una capriola» (Kafka, cit., p. 24) -, Deleuze e Guattari sono consci dei rischio di proporre una metafora della via d'uscita. Eccoli dunque affrettarsi a precisare che il divenire-animale, così frequente in Kafka, «non ha nulla di metaforico. Nessun simbolismo, nessuna allegoria» (ibid., p. 57). Se si ammette - ed è difficile non ammetterlo - che la macchina letteraria può dirsi, in qual166

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