Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

strategica. Insufficiente non è la quantità delle forze, ma la lucidità dello sguardo; non la volontà - che non viene mai meno - ma l'intelligenza e l'astuzia di un progetto e di un piano. Vedremo che, almeno in un'occasione, non sarà così. Ora però dobbiamo tornare all'interpretazione metaforica e verificarne l'eventuale presenza là dove, con maggior convinzione, si voleva respingerla. Si cercherà di comprendere -è un impegno certamente non esauribile in questa sede - fino a che punto la nozione di «somiglianza» sia insopprimibile, e in grado di tornare come némesi. 5. La lettura metaforica È sicuramente metaforica ogni interpretazione sociologica, qualunque sia il regime retorico che viene usato implicitamente. Si può comprendere, in particolare, la tenta� zione di proporre un'equivalenza tra il regime confusivo descritto così accuratamente da Kafka, e la società capitalista. Questa tentazione, a cui si cede dimenticando lo specifico valore cognitivo dell'arte, sembra autorizzata dallo stesso Kafka, nell'ambito d'una conversazione con Janouch. Il pretesto è un disegno politico di Georg Grosz, in cui si vede un grassone in cilindro seduto sopra il denaro dei poveri. Kafka dichiara l'allegoria almeno in parte falsa nella sua parzialità: «... l'uomo grasso è il capitalismo, e ciò non è interamente giusto. L'uomo grasso domina il povero entro un determinato sistema, ma egli non è il sistema, non è nemmeno il suo dominatore. Al contrario, il grassone ha anche lui le catene che nel quadro non appaiono. Il quadro non è completo, dunque non è buono ... Il capitalismo è un sistema di dipendenze che vanno dal di dentro al di fuori, dal di fuori al di dentro, dall'alto al basso e dal basso in alto» (CD, 1124). Il capitalismo sarebbe dunque una rete di dipendenze reciproche senza punti privilegiati, sarebbe una società in 164

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