Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

contiene il pericolo di rassegnarsi alla professione, e dunque di ratificare i valori borghesi che Josef K., all'inizio del romanzo, mostra di aver profondamente interiorizzato. Il secondo rifiuto riguarda invece un mondo verso cui Kafka si sentiva profondamente attratto: è l'ebreo orientale, rappresentato dagli attori del teatro jiddisch e in particolare da Lowy. Pur affascinato da questo mondo, Kafka non giunge mai a idealizzarlo. Anzi, osserva Baioni, «se lo mitizza, lo fa feticizzandono la vita quotidiana, esaltandone gli aspetti per lui più ripugnanti. La sporcizia indicibile in cui vivono gli studenti delle scuole talmudiche - non si spogliano nemmeno per dormire, non si lavano mai e sono pieni di pulci - è già l'attributo fondamentale del tribunale del Processo. Ma la repulsione che prova per loro nell'ascoltare i racconti di Lowy ha poi la stessa radice dell'amore umiliante che sente per gli attori: il sudiciume e la corruzione degli studenti sono come il dilettantismo e la litigiosità dei commedianti, sono per così dire le secrezioni naturali di creature che vivono in branco, mangiano, dormono, studiano e discutono ammucchiate l'una sull'altra, e - come scrive - sono «legate l'una all'altra dal loro ebraismo con una forza a noi sconosciuta» (1984, pp. 51-52). Attraverso il contatto col teatro jiddisch, Kafka recupera «la totalità organica del mondo ebraico che non ha né interesse né curiosità per i cristiani. Molte indimenticabili scene del Processo, collocate in spazi chiusi, angusti e soffocanti, colmi di rifiuti e di corpi umani, sicuramente derivano da questa morbosa sensibilità dello scrittore per i sordidi spazi abitati dall'uomo ...» (ibid., p. 52). Ecco quindi le due colpe di Josef K.5 Dapprima l'assimilazione ad un ruolo sociale, lindo e senza radici: cioè l'adesione incondizionata al registro separativo, al Reale; di questo registro K. è un esempio, una sineddoche particolarizzante. Egli è il solitario e razionale individuo in cui si manifestano i tratti dell'assimilazione: ma la rimozione del proprio lato ebraico (orientale) provoca nel soggetto un 153

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