Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

Va richiamata la distinzione di Wittgenstein tra dire e mostrare (un enunciato come «Moore è buono» mostra ma non dice che Moore è alla sinistra di «è buono»). Ebbene, ci sono opere in cui l'autore si sforza di enunciare le regole che il proprio personaggio ignora (o ignorava). Così avviene nella Recherche. «Allora non sapevo», «allora non credevo che»: in queste espressioni di rammarico che precedono l'enunciazione di una regola, la voce dell'autore risuona post festum e attenua la cecità di chi è oggetto della narrazione. Opere come la Recherche intendono dire il Simbolico, oltre che mostrarlo. Ma ci sono opere che lo mostrano soltanto, senza mai indicarlo esplicitamente. La rigorosa enigmaticità di Kafka è un effetto di questa scelta (che non è un rifiuto tout court del metalinguaggio, ma un rifiuto del metalinguaggio all'interno dell'opera). 4. Il regime confusivo Qual è dunque il duplice errore del procuratore di banca Josef K.? La ricostruzione dell'ambiente praghese operata da Baioni (1984) aiuta a individuarlo nella sua _concretezza storica e culturale. Va inserita qui un'osservazione metodologica: la contestualizzazione dei meccanismi formali di un'opera è importante perché può evitare di fraintenderli o di semplificarli. Ma altrettanto importante è la penetrazione di tali meccanismi al fine di comprendere il progetto che governa un'opera, per restituirle quell'universalità che una ricostruzione storico-filologica rischia sempre di far dimenticare. Negli anni che conducono alla stesura del Processo Kafka si convince della necessità di un duplice rifiuto. Da un lato egli respinge la figura dell'ebreo assimilato, colui che fa della lingua e della cultura tedesca un modo per tagliare le radici con l'ebraismo. Questa scelta occidentalizzante 152

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