Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

«tu sei accusato») come enunciati della Legge sono dei performativi. Non lasciano all'accusato la libertà di intenderli in altro modo, e di sottrarsi (come se fossero dei «constativi»). Presenza, gerarchia, inclusione, performatività, sono quindi proprietà della Legge per il pensiero metaforicometafisico. Secondo l'interpretazione di Deleuze - che in parte abbiaino seguito alla lettera, in parte esplicitato -, Kafka avrebbe sostituito alla presenza la differenza, alla gerarchia la contiguità, all'inclusione l'esclusione e alla performatività la fuga. Ma anche l'interpretazione di Cacciari è svolta in chiave metonimico-differenziale. La parabola del cap. IX mostrerebbe che la Legge è vuota (cfr. De Angelis 1971), così come la Porta è aperta in quanto non custodisce alcuna verità, alcun segreto, alcun contenuto stabile e definito. Anche qui si applica il principio di contiguità: la parola della Legge - l'accusa - cade fuori dalla persona dell'accusato. «Non le posso nemmeno dire che lei è accusato, o meglio, non so se lo sia. Lei è arrestato, questo è vero, ma non so altro» (P, 327). Se l'arresto cade fuori dell'accusa, è perché la Legge si trova in un rapporto di contiguità anche rispetto a se stessa. Il contenuto cade fuori dalla forma. Analogamente fra un testo e il suo commento - anche quello più fedele - si dà una «abissale distanza» (1985, p. 67). È vano interrogare la Legge per avere una risposta: la domanda stessa è inesauribile: essa «risuona infinitamente come echeggiando da soglia a soglia e da stanza a stanza, lungo l'immenso labirinto, di cui il nostro custode non è che l'infimo guardiano. La domand� rimane infinitamente tale» (ibid., p. 70). Tutta la lettura di Cacciari è dominata dal pathos della distanza (il termine viene ripetuto continuamente): i valori della filosofia di Kafka sarebbero il viaggio interminabile, la migrazione che non avrà mai fine (p. 58), la metamorfosi continua, l'interminabile allegoria (p. 70), l'irraggiungibilità del senso (p. 67). Come è evidente, tutte queste afferma147

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