Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

Per il profano questo disegno sarà l'equivalente di un punto morto, di un restare fissi sul posto. Ma l'osservatore avveduto saprà cogliervi la formula del duplice movimento secondo cui si costruisce un'opera capace di esercitare un autentico influsso. (pp. 196-7) Il nuovo orientamento indicato dalla vignetta non accetta l'imposizione di un aut-aut: o una direzione o l'altra; come pure l'impasse che blocca il soggetto nel dubbio lasciandolo fermo sul posto. Si è visto come ogni «uscita» deve fare i conti col dramma inscenato dalla precipitazione del tempo logico dei prigionieri lacaniani. Il nuovo orientamento invece «salta» dal tempo allo spazio: il witz inventa un rilievo, uno spazio completamente imprevedibile dove l'impossibile della situazione non si risolve in un atto, ma viene espresso su un altro piano. Ma il lato più comico di questa vignetta è di avere per oggetto il dramma stesso dell'uscita dei prigionieri. Si osservi che se la situazione fosse stata rappresentata graficamente così: EXIT oppure così: EXIT - fermo restando che si tratti di una unica uscita - non si sarebbe ottenuto lo stesso effetto. La forma a «colophon» del cartello non si contrappone semplicemente al vettore, ma ne è anche la caricatura; e il fatto che in fin dei conti il cartello sia posto in uno spazio aperto - come indicano i ciuffi di erbetta - non è meno derisorio. Dove i contrari coesistono formando una tensione insostenibile, l'effetto comico prodotto dalla vignetta vi pone fine attraverso un 125

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