Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

solamente un'opera d'arte può dirsi compiuta. Ejzenstein definisce la formula dell'estasi come una reazione a catena, dove un fenomeno ne genera immediatamente e ininterrottamente un altro, all'infinito: una incessante uscita da sé: ex-stasis. Si tratta, così come Freud descrive il reale nel Progetto di una psicologia, di un continuum reversibile di azioni e reazioni, senza soluzionè di continuità. Ejzenstein porta come esempio di raffigurazione grafica della costruzione estatica il disegno di. una mano che disegna un omino, che a sua volta disegna un identico omino e così all'infinito. È insomma il motivo dell'homunculus: una serie infinita antogenerantesi, un modulo ornamenta-. le lineare reversibile senza inizio né fine che si può percorrere a piacere in un senso o nell'altro. Ma ciascun omino, nota Ejzenstein, è identico a tutti gli altri; quindi si può dire che, incessantemente, l'omino... esce da se stesso! La semplicità di questo disegno ha qualcosa di stupefacente nori solo nella purezza del tratto ma anche nel tema. Ma l'attrazione che esercita è altrettanto stupefacente: un potere ipnotico pur nella sua apparente insensatezza e gratuità. (p. 193) Ejzenstein osserva ancora che «ci troviamo di fronte alle condizioni stesse della costruzione estatica, perfettamente esplicitate sul piano formale 'ma se' abbiamo..., da un lato, la forza di fascinazione del modello organico (potenziata ulteriormente dall'automatismo)... dall'altro lato (abbiamo) la mancanza del salto di qualità. (pp. 194 e 195, c.m.) L'omino esce da se stesso, esce .da se stesso, esce da se stesso... ma non sàlta in nessun momento in una nuova qualità. Come spingere dunque l'omino a uscire dalla cattura della trama ornamentale di cui non si scorge alcun limite interno né un orientamento? 123

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