Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

possa capire che cos'è che istituisce e revoca tale «diritto». Tuttavia a questo diritto deve dire di sì: esso, se così si può dire, «apre le chiuse» del suo godimento e ne rivela il fantasma in modo appena protetto dalla Verneinung: «avevo paura che se ti avessi detto di no tu saresti morto sul colpo» afferma in sostanza una di loro. Detto di no a che cosa? Quando questa morte si realizza sul serio tutte le amanti, eccetto una che se ne sta in disparte, passano in rassegna sul «milite ignoto» senza darsi troppa pena, anzi, in ghingheri come per un ennesimo appuntamento libertino. Eccetto una: l'ultima, quella che realizza il desiderio di tutte le altre e mette a morte il perverso battendosi per pubblicare (contro il parere contrario di tutto lo staff editoriale, interamente maschile, com'era ovvio) il libro delle sue «memorie» che dà il titolo al film. Inchiodato alla paternità, alla trasmissione del nome, il perverso sparisce definitivamente di scena, cade nel buco. L'ultima donna, quella mortale, scioglie l'enigma del suo desiderio e glielo rivela nel titolo che lui - che non sapeva come chiamarsi né trovare una fine al proprio «romanzo» - accetta con sorpresa: l'uomo che amava le donne. Prima di morire ribadisce il suo primo e ultimo voto: raggiungere una fantastica isola abitata da sole donne («sono sicuro che mi accetteranno»). Si tratta ora di vedere come è possibile trasformare un salto nel vuoto (ad esempio quello di Nataniele che si butta giù dalla torre verso i Begliocchi del Mago Sabbiolino, salto inevitabile dal momento che non c'era più Olympia, il manichino, a proteggerlo) in un salto di qualità. Il salto di qualità Nel meraviglioso libro che raccoglie i suoi scritti di estetica Ejzenstein cerca di ricostruire la struttura da cui si origina l'effetto del pathos, la messa fuori di sé con cui 122

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