Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

to è il piacere. Correlativamente, l'odio del piacere (umano, troppo umano) coincide. con l'odio del desiderio. Il piacere sessuale, l'erotismo comunemente praticato che richiede la moderazione dell'amore per preservare l'oggetto da una distruzione totale, questo piacere nel perverso slitta piuttosto nella fobia. O il piacere diviene talmente smodato, preso in una reiterazione sempre più incalzante che accorcia gli intervalli fino a abolire la discontinuità e a trasformarsi nel continuum della pulsione di morte, oppure è intollerabile. L'esperienza di un piacere moderato, così come vuole la Legge, fa sì che il perverso si getti di colpo - vale a dire nella colpa - nel reale procurandosi qualche choc. Lo stesso vale per l'amore. Lasciarsi andare a - oppure ricevere - una tenerezza coincide immediatamente con una espiazione da pagare - o da far pagare - nel modo più violento. Al «ma tu (mi) ami?» del partner (che suona invertito: «ma io amo?»; cioè: «ma io sono nella Legge?») la risposta del perverso è una eclissi nel reale. Lo sguardo dell'altro non incrocia più che un corpo irrigidito, impietrito, muto: la marionetta. Viceversa dell'altro non resta, come ne L'uomo che amava le donne di Truffaut, che una collezione di fotografie senza nome... frammenti morti di quel puzzle la cui figura originaria non è mai venuta in rilievo. Di questo film, che insieme al suo pendant, La camera verde, è uno dei maggiori contributi teorici alla perversione (e che da solo meriterebbe un'analisi) vorrei far osservare alcuni punti. Il protagonista lavora in una fabbrica (artigianale) che costruisce e collauda modellini. Qui ciò che è importante non è il riferimento all'eterna adolescenza, ai giochi, al rifiuto di crescere che caratterizzerebbe il perverso; ma il fatto che i modellini sono il facsimile della realtà. È l'aspetto miniaturizzato che qui è determinante: un codice civile al posto della Legge. Il perverso nel film non dice mai: «ti amo»; ma: «ho il diritto di toccarti qui e qui», oppure: «non ne ho più il diritto», senza che la sua partner 121

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