Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

re un passaggio, una possibilità di accedere al godimento senza la barratura del significante. Sappiamo che questo passaggio, che contraddistingue la perversione, è un passaggio nell'inorganico, è reso possibile da un impietrimento del corpo. E nulla illustra meglio del trauma questo effetto impietrante. Trauma che, dice Freud, è una mancata «abreazione» dell'esperienza che rimane nello psichismo come un «corpo estraneo». Si pensi come il corpo del perverso possa dunque trasformarsi in quello di un burattino rendendosi completamente insensibil_e. Come spiegarlo? Prendiamo ciò che va sotto il nome di masochismo. Nel dolore,. che riattiva l'impressione originaria della separazione, il soggetto situa il proprio cogito. Ora, tutto ciò accade normalmente in una dimensione erotizzata, dove il fantasma viene a fare da schermo, il principio del piacere da moderatore. Ma supponiamo che il soggetto si procuri questo dolore a freddo e lasciando ne.ll'incertezza del caso l'intensità con cui gli sarà procurato, cioè nella totale impotenza: egli agisce dunque eliminando la funzione difensiva del fantasma, o come se entrasse tutto intero nel fantasma, mentre il piacere è precisamente ciò che è disprezzato, messo in posizione di scarto. Detto altrimenti: si procura un'esperienza traumatica la cui sola difesa (ed è questo il punto ambiguo, il punto di oscillazione da cui può retroattivamente ritornargli il piacere) è il margine 'di incertezza che egli lascia all'Altro e da cui dipende la sua sopravvivenza. (Si potrebbe fare l'esempio della «roulette russa» che mostra anche come l'Altro non debba necessariamente essere incarnato o rappresentato ma si riduca alla pura combinatoria dei colpi. Nel caso di Emma prima citato, Lacan, interpellato da L. Bataille, osserva che i colpi di frusta nel fantasma «non sono colpi ma significanti»). La morte come ciò che gela di colpo il desiderio sessuale, il memento mori entra ogni volta tangibilmente in scena nell'erotica perversa: da qui il rapporto col grottesco, che è poi, nella sfera del comico, del riso agghiacciante, il mo119

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