Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

«pensieri imposti» non ha lo statuto allucinato delle voci schreberiane ma µiuttosto quello di chi «sogna l'apparato psichico»: associazioni legate da semplici rapporti di simultaneità, non causate da alcun desiderio. Quando si sporge su questo vuoto, nel tentativo di arginare le catene significanti il paranoico tenta di dare ragionevolezza al suo discorso costruendo il sistema delirante; mentre il perverso si eccita, si aggrappa alla fantasticheria stereotipata, al feticcio. Riporterò ora il caso di Emma descritto su Ornicar? da L. Bataille. Il fantasma di Emma: si immaginava di essere frustata da un uomo. È inutile soffermarsi sull'analisi della· struttura interna di questo fantasma per cui si veda l'articolo citato. Stralcio invece, un po' «selvaggiamente», quanto mi interessa per il prosieguo del mio discorso: ...quel fantasma le dà proprio questo, un'esistenza... non insorge in un momento qualsiasi. Insorge, per esempio, in un periodo in cui il suo partner sessuale fa l'amore con lei senza àesiderarla. Emma, allora, si sente letteralmente senza esistenza: un corpo morto. L'insorgenza del fantasma sostituisce questo senso di caduta libera con una forte eccitazione sessuale... Questo fantasma avrebbe dunque come prima funzione quella di porre un freno all'irrimediabilità della disgiunzione del soggetto... Ed ecco un punto cruciale: Viene indicato con precisione che nel fantasma né il soggetto né l'uomo provano emozione o piacere: ma appunto, questa assenza di piacere, non è quanto consente il Godimento? Non è la Legge a interdire il Godimento. Ma è la Legge del piacere a limitarlo. (L. Bataille, pp. 73-75 e p. 80). Abbiamo detto, l'oggetto a è lasciato cadere: il soggetto non va in cerca di oggetti sostitutivi ma riesce a mantene118

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