Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

ga perché i negozi di articoli ortopedici sono spesso promiscui alla lingerie femminile). Si ricordi del resto lo Schrebersche Geradhalter (raddrizzatore di Schreber) e il Kopfhalter (reggitesta) e tutta la serie di apparecchi ortopedici che costituivano altrettante «trovate» di Schreber padre per raddrizzare una gioventù altrimenti dedita ai vizi e ai rammollimenti disarmonici con le leggi di Natura (Schatzman). Sennonché in questa Natura nulla deve permanere di naturale: natura snaturata dove all� physis si sostituisce una scena interamente artificiale. L'«oggetto impersonale» - «una fantasia stereotipata, un aggeggio qualunque o una illustrazione pornografica» - che M. Masud R. Khan pone a assunto fondamentale del suo libro sulla perversione non è altro che il segno mentale, la protesi resasi visibile: la vita è vista dall'esterno, come fç,to-grafata, stampata. Questa stampa, inevitabilmente patinata di «antico» (su cui, alla lettera, è andato a schiacciarsi il desiderio di un Gozzano), riproduce il paesaggio mancante nella nevrosi a causa forse di «una sopravvivenza atroce della memoria», di «un disperato ricordo», come Gadda definisce l'opera di De Chirico. Oggetto della nostalgia del nevrotico, questo paesaggio è invece frequentato dal perverso a cui è accaduto, secondo le parole di Rilke, il «singolare evento» di «essere finito dall'altra parte della natura» (Rilke, b, p. 20). Nella perversione l'apporsi del «già» al «visto», marca dell'avvenuta rimoz10ne (cosa che invece fa problema nella fobia dove questo «già» non è mai scontato), si ispessisce fino a frapporsi, come un «oggetto impersonale», tra il soggetto e il mondo. Tutto è raggelato nel «già visto»: l'oggetto non viene interiorizzato, cioè espresso metaforicamente, ma sussiste «esterno» al soggetto,· in una sorta di memoria che vive di elenchi e di stilizzazioni. Ma questa proliferazione del «già» è identica al «non» attestato dal negativismo psicotico. La reiterazione ossificata del «già visto» sta a dire che non c'è fantasia, nessuna novità, nes113

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