naturale semideserti. L'operazione della Kultur è appunto questa: trasformare la natura, in ciò che ha di «vivo», in storia, in passato, in ciò che l'uo:rpo ha perduto. (L'ecologia, col suo mito «arcadico», mito di purezza originaria, non fa che confermare questa tesi). Questo mi porta alla conclusione inversa: c'è Natura laddove permane un rapporto alla fobia (ma non è vero anche il contrario?). E questo, a quanto credo di aver capito, è proprio ciò che sussiste nella. figura estinta, insieme alla natura, del naturalista. Qual è allora la forma di sapere che gli è peculiare? La mia risposta ha qualcosa di infantile, e intendo: del modo in cui si guardavano (guardavo) da bambini le illustrazioni dei libri scientifici. Di tutto il Moloch che è L'origine della specie, e perfino delle sue curiosità «marginali» (come, ad esempio, la mancanza di senso estetico della natura dove colori e profumi non fanno che soddisfare esclusivamente richieste economiche di riproduzione), il particolare per me più in rilievo, il ricordo a cui l'opera è per me indelebilmente associata, è la rappresentazione del tempo fornita da Darwin nel capitolo sulla documentazione geologica: un tempo incalcolabile, non a misura d'uomo: pochi di noi, tuttavia, sanno che cosa realmente significhi un milione: Croll dà la seguente spiegazione: si prenda una stretta striscia di carta, lunga 83 piedi e 4 pollici (25 m.), e la si stenda lungo il muro di un ampio salone; indi, si segni a un estremo un decimo di pollice (0,25 mm). Questo decimo di pollice rappresenterà un secolo e la intera striscia un milione di anni. Ma teniamo presente, correlativamente all'argomento di questo lavoro, che cosa significa un secolo rappresentato da una misura così assolutamente insignificante in un salone delle suddette dimensioni. Poco sopra Darwin aveva scritto: La considerazione di questi vari fatti colpisce la mente press'a poco nello stesso modo come il vano tentativo di afferrare l'idea di eternità. 107
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