Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

«discorsi» lacaniani e li mette in discussione, come andremo presto a vedere. Ma parlavamo della tigre. Raccontava Pasolini di essere stato colpito, piccolissimo, dalla illustrazione di un libro, una tigre mangiava un uomo. Una serie di interrogativi si pongono da quel momento nella mente del bambino. Come è farsi mangiare da una tigre? come avviene? Avrà avuto fame la tigre? o forse lo ha fatto per dare da mangiare ai tigrotti? Può in qualche momento diventare persino doveroso farsi mangiare dalla tigre? Con quest'ultima domanda, ormai raffinata, Pasolini arriva alcuni decenni dopo in India a interrogare poveri e maragià, ma soprattutto maestri. È lecito? e voi lo fareste, di farvi mangiare da tigrotti che stanno morendo di fame? Sul tema rimane una sorta di documentario, lo spezzone di un film non fatto di cui però ha cercato gli attori. Pasolini cede infine a una delle due tentazioni del Maestro: farsi amare, farsi odiare, farsi nutrire, farsi nutrimento, farsi vivere, farsi morire. E il fatto che sia una tentazione toglie valore alla prova: forse il suo tigrotto non era neppure tanto affamato. Jacques Lacan ha :passato gran parte della sua vita a sedurre, l'ultima a farsi odiare. Tre quarti a costruire un'associazione, un quarto a distruggerla. Qualcosa di questa «dissociazione» presiede dunque ai quarti di giro che muovono i suoi discorsi, che determinano gli spostamenti dell'oggetto a, insieme con quelli del 7

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