Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

12 Su questo punto cfr. Barthes, pp. 35 ss. " «Di solito i codici sono fatti per essere decifrati; questo è fatto per decifrare (la volontà di Dio)». Jbid., p. 38. 14 lbid., pp. 31 ss. 15 lbid., p. 32. 16 lbid., pp. 60-61. " Barthes R., Prefazione cit., pp. XIII-XV. " lbid., pp. XVII-XVIII, n. 5. 1 ' Mentre l'agiografia medioevale - spiega Barthes - lascia che il significante («cioè il corpo martirizzato») «faccia irruzione e riempia la scena», nell'agiografia moderna d'Ignazio è il non-detto del corpo «a fondare la storia della vita», e di questa non possiamo sapere nulla «al di là (o al di qua) del segno, verso il significante». Ibid., p. XVIII, n. 5. 20 Dal Cantico spirituale, in San Giovanni della Croce, Opere, tradotte dal R. P. Nazareno dell'Addolorata, Postulazione Carm. Se., Roma 1940, pp. 427-428. Cfr. anche la traduzione di G. Agamben, in Juan de la Cruz, Poesie, Einaudi, Torino 1974. 21 De Saussure F., Corso di linguistica generale, tr. di T. De Mauro, Laterza, Bari 1967, pp. 29-30. " Mi pare opportuno sottolineare con la ripetizione e il corsivo. " Barthes, pp. 38-39. " lbid., p. 50. Sull'atto diverso - o, se si vuole, più profondo e producente - di teatralizzare, compiuto da- Loyola, come da Sade e Fourier, nel fondare le loro lingue, cfr., nel volume, pp. XI-XII. " Lacan J., A Jakobson, in Il seminario, libro XX: Ancora (1972-1973), ed. it. a cura di G. Contri, Einaudi, Torino 1983, p. 24. Corsivo mio. " Questa, secondo il metodo lacaniano, si produce in una ricerca molteplice, diffusa dalla prima seduta, Del godimento, per tutto il seminario. " Per l'ordine e la metrica cfr. Barthes R., Prefazione cit., p. XL " Lacan J., A Jakobson, nel libro XX del Seminario, cit., p. 24. " lbid., pp. 24-25. 31 lbid., p. 25. 31 Sono le linee del diagramma in cui l'esercitante, giorno per giorno, nell'esame particolare, segna le sue mancanze (un punto per ognuna, sulla prima o sulla seconda linea del giorno) e ne fa il computo e ace.urati confronti nel tempo. Cfr. ES, pp. 34-35. " Il racconto del pellegrino (autobiografia di sant'Jgnazio di Loyola), a cura di Roberto Calasso, Adelphi, Milano 1966, p. 107. Nell'agosto del 1553 Ignazio, consentendo finalmente alle sollecitazioni di molti padri della Compagnia, cominciò a raccontare la sua vita a Gonçalves da Camara, cominciò col ricordo dell'assedio di Pamplona, 1521, e con la ferita che portava da allora. Interruppe il suo racconto nel settembre del 1553, e lo riprese un anno e qualche mese prima di morire, nel marzo del 1555, ma nello stesso mese lo interruppe di nuovo. Molte cose le raccontò a padre Gonçalves da Camara nel settembre e nell'ottobre dello stesso anno: arrivò fino ai fatti del 1538 e fece alcuni accenni al «modo che observava» e a «quello che passava per l'anima 66

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