Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

centissima solo ora in via di superamento, ciò equivaleva al controllo della disponibilità di energia, essendo la manodopera individuale o organizzata la fonte praticamente unica di energia impiegata in un'economia di sussistenza basata su un'integrazione di agricoltura ed artigianato che consentì di raggiungere un elevato grado di benessere per molti in lunghe epoche. In tutto il corso della storia cinese (nella Cina tradizionale ma in una certa misura anche nella Cina maoista) compito essenziale della classe dirigente era quello di organizzare la manodopera agricola per consentirle di produrre il massimo: il che voleva dire garantire la compatibilità reciproca all'interno dei gruppi umani impiegati nelle singole operazioni produttive, la collaborazione dei gruppi tra loro, il consenso della manodopera verso il potere dello stato (garante del suo coordinamento) e l'efficacia dell'opera di coordinamento stesso. In questo senso il confucianesimo aveva chiara l'esigenza di elaborare strumenti di potere in funzione di una politica economica che era determinata da condizioni concrete di lavoro, da livelli tecnologici, da limiti geografici ed ecologici: gli ideali del consenso, della «persuasione», la pratica del condizionamento pervasivo dell'esistenza, l'elaborazione di· una rete onnicomprensiva di norme morali rispondevano tutti ad esigenze precise di gestione economica ed infatti la loro rottura, la necessità di ricorrere ad altri strumenti era percepita sempre come una disfatta della logica del sistema, comunque come una perdita in termini economici. Il terrestre razionalismo della classe dirigente cinese era fondato su una precisa logica della convenienza, coperta da un complesso di giustificazioni morali. Sapere e selezione della classe dirigente Su questo tipo di valori e di concezioni la classe dirigente cinese era formata e reclutata: per governare, un 149

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