Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

Quando Coleridge' parlando del nonno Erasmus Darwin, nonno appunto di Charles, configura l'opera The Botanic Garden come il frutto dell'attività di una sartina intenta a vestire e rivestire di seta e di satins una bambola, indice, secondo Coleridge di una incapacità di raggiungere un'unione, che è della poesia, di «rappresentazione della natura» e «dei pensieri e dei sentimenti umani», egli indica in un certo senso quell'opera di denudamento delle viventi strutture che il nipote effettuerà rivestendole poi di nuove forme. Tuttavia questa unità non può procedere che singolarmente, nel senso doppio di una singolarità di metodo senza dubbio dovuta al fatto che ciascuno dei due componenti in realtà non si accoppia, non si fonde, con l'altro ma ne avanza con stridore. Aprendo il libretto di Antoine de Saint' Exupéry Il piccolo principe' ritrovo all'inizio, «un tempo lontano, quan� do avevo sei anm, m un libro sulle foreste primordiali, intitolato Storie vissute della natura», un magnifico disegno. Rintracciato nell'infanzia esso mi riporta ai due disegni su cui già ho avuto occasione di soffermarmi._Due disegni sono quelli che il caso del piccolo Hans di Freud ci offre, due disegni della stessa pianta, la pianta del Dazio, la cui differenza consiste nell'aggiunta del passaggio immagina87

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